Aggiornamento trattativa rinnovo contrattuale #2

Pubblichiamo un comunicato congiunto dei sindacati.

L’ultimo incontro al tavolo tecnico per il rinnovo del CCNL Troupe, al di là del solo lavoro sulle tabelle al quale era chiamato, ha dato un’impronta molto più chiara alla trattativa.
Non possiamo dire che quel tavolo abbia registrato passi in avanti, anzi. Registriamo un irrigidimento su alcune posizioni, 66 ore, minimo di troupe, che contrastano fortemente con la piattaforma sindacale.
Dopo aver passato gli ultimi anni a lottare, anche fianco a fianco con le produzioni, per ottenere nuovi finanziamenti (legge Cinema) e fiscalità di vantaggio (Tax Credit per cinema, televisione, prodotti esteri), e dopo aver recuperato Cinecittà, il rinnovo del contratto è un passaggio obbligato per la strutturazione industriale del cinema e dell’audiovisivo italiani.
Oggi assistiamo ad un proliferare di iniziative di produzione, risultato di quanto ottenuto con le lotte di cui prima: tanto lavoro e tanti investimenti pubblici. Però abbiamo ancora problemi con i pagamenti delle troupe e dei generici, delle prestazioni straordinarie, riconosciute con difficoltà o non riconosciute affatto, del mancato riconoscimento delle festività e delle festività soppresse e orari spesso fuori da ogni applicazione contrattuale e di legge.
E il cinema non riesce a decollare: anche quando il soggetto e le sceneggiature avrebbero qualche chance, l’investimento insufficiente trapela e rende vano lo sforzo, il botteghino risponde di conseguenza male, le sale si svuotano e vanno in crisi.
Vanno riconosciute, è vero, le dovute eccezioni. Va detto anche che la produzione di qualità si sta spostando sempre più verso il serial televisivo. Però va impressa una spinta al miglioramento.
Per noi questa spinta parte dalle migliori condizioni di lavoro: regole certe e chiare, retribuzioni dignitose, riconoscimenti professionali, risposi giusti e prestazioni serene. Il contrario di ciò che accade, mediamente, oggi.
Ma se oggi le condizioni di lavoro opprimono la qualità della prestazione (e la qualità, di conseguenza del prodotto), è perché le scelte che molti produttori hanno fatto, contenimento dei costi, stravolgimento delle regole, accordi sottobanco per ottenere la concorrenza sleale tra lavoratori, parlano più di strategie da operatori commerciali e non, come dovrebbe essere, da produttori di opere culturali.
Questa situazione spiega la resistenza al cambiamento: le regole devono cambiare, secondo i produttori, senza turbare troppo l’organizzazione del lavoro attuale. Magari possono aumentare gli orari aggiuntivi, anche in forma finalmente ufficiale, così da non doversi preoccupare dell’ispezione sindacale.
Invece la piattaforma sindacale contiene la spinta al cambiamento vero. Contiene la novità positiva delle regole certe, chiare e indiscutibili, della possibilità di agire al meglio la professione, senza la preoccupazione di dover ricontrattare ogni norma. Per questo a settembre dovremo ripartire con la contrattazione, con la volontà di chiudere in tempi brevi ma anche la determinazione di mantenere i capisaldi della piattaforma. Il contratto dovrà essere operativo in tempi brevi, anche tenuto conto delle opportune sperimentazioni necessarie. E se l’applicazione del nuovo contratto, salvando le produzioni efficienti e adeguate al cambiamento, dovesse far sparire qualche azienda che oggi non consente il decollo della cinematografia nazionale, che dire? Ce ne faremo una ragione.
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
Umberto Carretti Luigi Pezzini Giovanni Di Cola

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